
Pedagogia e sport – Un legame imprescindibile
“L’educazione dovrebbe inculcare l’idea che l’umanità è una sola famiglia con interessi comuni. Che di conseguenza la collaborazione è più importante della competizione.”
Bertrand Russell
La domanda della nostra società di svolgere attività fisica – sportiva per il benessere di anima e corpo deve essere necessariamente accolta in un sistema educativo di ampia portata, al fine di favorire lo sviluppo integrale della personalità dell’atleta, anche nel suo sistema socio-razionale.
Ciò risulta particolarmente importante per i minori che sono in una fase di sviluppo delle competenze cognitive e relazionali e che, approcciando il mondo dello sport, si trovano in un ambiente intrinsecamente competitivo, ma non intrinsecamente educativo. Per questo motivo è importante creare i presupposti affinché lo sport diventi davvero il “terzo polo educativo”, oltre alla famiglia e alla scuola.
Bisogna innanzitutto che la dirigenza abbia le idee molto chiare in proposito. L’educazione non si improvvisa, si costruisce giorno dopo giorno, con impegno e anche errori.
Per far sì che l’ambiente in cui i nostri figli passano tanto del loro tempo li porti ad apprendere principi intellettuali e morali in linea con le loro esigenze e con quelle del contesto in cui vivono è importante che gli adulti di riferimento all’interno delle società sportive ricevano un’adeguata preparazione psico-pedagogica.
Ciò che cerchiamo di fare – ci racconta Massimo Mamo, direttore tecnico di Rugby Parabiago – è creare i presupposti affinché alla preparazione tecnica dei nostri allenatori si affianchi una preparazione di carattere psicologico, pedagogico e comunicativo-relazionale. I valori del Club devono essere portati in campo in ogni occasione, in allenamento come in partita. È un obbligo morale per noi dare gli strumenti ai tecnici per poter crescere a 360°. Per questo motivo abbiamo accolto con piacere l’opportunità dataci nell’ambito del progetto ALLEducando, di formare i tecnici da un punto di vista psicologico e pedagogico.
L’Azienda Sociale del Legnanese (Azienda So.Le.) ha lanciato tre anni fa il progetto ALLEducando, del quale Rugby Parabiago fa parte insieme ad altre realtà sportive del territorio. Questo progetto si compone di tre filoni: il primo filone è proprio di natura formativa, con lezioni dedicate ai tecnici riguardanti la psicologia e la pedagogia dello sport. Il secondo riguarda l’apertura di uno sportello d’ascolto per i tecnici, che possono ricevere un supporto da parte dell’équipe di azienda So.Le. composta da psicologhe, pedagogiste, educatori e assistenti sociali qualora incontrino difficoltà nella gestione di particolari situazioni individuali o di gruppo-squadra. Infine, l’inclusione di minori “fragili” nei gruppi squadra in base ad un progetto educativo stilato dalle pedagogiste di riferimento.
Con che modalità è avvenuta e avviene questa formazione? – chiediamo ancora a Massimo.
La formazione viene erogata nella prima parte di ogni stagione sportiva. Quest’anno, naturalmente, è avvenuta a distanza, ma in ogni caso i nostri tecnici hanno partecipato numerosi alle sessioni formative ed il loro feedback è stato molto positivo. Si stanno mettendo in gioco perché sono consapevoli che allenare bambini e ragazzi va al di là delle basilari competenze tecniche che chiediamo loro. Trovo molto interessante che la formazione nel progetto ALLEducando sia erogata non per gruppi omogenei rispetto allo sport praticato, ma per tecnici provenienti da sport diversi: ciò dà la possibilità di toccare con mano altre realtà, da cui possiamo apprendere e alle quali possiamo dire la nostra. Lo scambio è sempre proficuo.
A partire da questa stagione sportiva e grazie agli input degli scorsi anni, provenienti dai tecnici e dalle famiglie e dalla proattività dell’équipe di Azienda So.Le., la sessione pedagogica ha visto la partecipazione congiunta di tecnici e genitori. È stata modulata per favorire il dialogo, lo scambio di opinioni, la discussione costruttiva per ottenere congiuntamente il bene dei piccoli atleti, che deve essere il fine ultimo dei poli educativi allenatori-genitori.
L’atleta deve percepire che allenatore e famiglia sono in sintonia e collaborano per la sua crescita sportiva ed umana. Lavorare per ottenere questo risultato è compito e dovere di ogni società sportiva che creda nel valore educativo dello sport.
DR
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